Rilevazione qualitativa sulla collaborazione tra Centri di Ascolto Caritas e Servizi Sociali territoriali

I bisogni che incontriamo nei nostri territori sono sempre più complessi e spesso richiedono risposte che nessuno, da solo, può garantire. Per questo motivo diventa decisivo rafforzare la collaborazione tra Centri di Ascolto Caritas e Servizi Sociali, affinché le persone in difficoltà trovino percorsi di sostegno più tempestivi e integrati.

La nuova rilevazione qualitativa, promossa da Caritas Toscana con l’Università di Siena e definita con Regione Toscana, nasce con questo obiettivo: documentare in modo sistematico come si sviluppano oggi le relazioni tra Caritas e Servizi Sociali, quali prassi funzionano, quali criticità permangono e quali opportunità si possono aprire. I risultati confluiranno nel Rapporto Povertà 2025, offrendo strumenti utili a costruire modelli di collaborazione più stabili e condivisi.

L’indagine è stata presentata durante l’ultimo incontro di Delegazione. Nell’occasione è stato ufficialmente dato avvio a questo importante percorso. Ogni CdA avrà un unico referente per la compilazione online e il numero di interviste non supererà il totale di 300 suddiviso tra le diciassette diocesi toscane.

L’evoluzione delle condizioni di fragilità sociale in Toscana richiede una revisione profonda dei modelli di intervento attualmente in essere. La moltiplicazione delle forme di povertà, l’instabilità dei percorsi biografici e la diffusione di condizioni precarie – non più riconducibili a categorie tradizionali – impongono alle istituzioni un salto di qualità nella capacità di ascolto, analisi e risposta.

In questo scenario i Centri Caritas costituiscono un presidio territoriale imprescindibile: luoghi di accoglienza con osservazione strutturata e continua delle dinamiche sociali emergenti. Il loro radicamento capillare, la natura relazionale dell’approccio, l’assenza di filtri burocratici, consentono un’intercettazione precoce di situazioni altrimenti invisibili ai servizi istituzionali. Tuttavia, l’efficacia di questo patrimonio esperienziale dipende oggi dalla possibilità di consolidare e formalizzare i rapporti con il sistema pubblico, superando logiche occasionali e rafforzando le infrastrutture comuni di lavoro.

L’aspetto più urgente, e allo stesso tempo strategico, riguarda lo scambio di dati e informazioni tra Centri di Ascolto e Servizi Sociali. La disponibilità di sistemi informativi aggiornati, interoperabili e accessibili da più soggetti è condizione necessaria per garantire una presa in carico coerente, tempestiva e multidimensionale. Il sistema MIROD (Messa in rete degli Osservatori Diocesani), attivato da Caritas Toscana e oggi ampiamente diffuso sul territorio (ad eccezione della diocesi di Livorno), costituisce una base preziosa per questa evoluzione. Tuttavia permangono ostacoli concreti alla sua piena integrazione con le piattaforme pubbliche: barriere tecnologiche, assenza di protocolli, preoccupazioni normative, ma soprattutto la mancanza di una cultura condivisa del dato come bene comune.

Per affrontare questa criticità in modo strutturato, si propone una rilevazione qualitativa presso i Centri di Ascolto delle Caritas della Toscana. L’obiettivo dell’indagine è duplice:

  • Documentare in modo sistematico le modalità di relazione tra Centri e Servizi pubblici, con particolare riferimento allo scambio informativo.
  • Raccogliere elementi utili alla definizione di pratiche comuni, protocolli operativi e linee guida regionali per una gestione integrata dei dati sociali.

Il dispositivo proposto si presenta come un questionario digitale a compilazione autonoma, articolato in cinque sezioni. Ogni sezione risponde a un ambito di osservazione coerente con le priorità emerse nel confronto tra Caritas, Università di Siena e Regione, consentendo di costruire un quadro realistico delle condizioni operative nei diversi territori.

La prima sezione riguarda l’identificazione del Centro. Diocesi di appartenenza, tipologia del presidio, volumi di attività, risorse umane coinvolte e stato di utilizzo della piattaforma MIROD. Questi dati sono indispensabili per leggere in modo contestualizzato le informazioni successive.

La seconda sezione indaga le modalità di relazione con i Servizi Sociali. Frequenza e qualità dei contatti, presenza o meno di accordi scritti, partecipazione a tavoli di lavoro o co-progettazione, descrizione di eventuali prassi virtuose. Si intende così ricostruire il tessuto delle relazioni inter istituzionali, spesso legato più alle persone che ai protocolli, e mettere in evidenza le condizioni che ne facilitano o ne ostacolano lo sviluppo.

La terza sezione si concentra sul tema della presa in carico condivisa. Qui si rilevano eventuali esperienze di lavoro in équipe multidisciplinari, la presenza di strumenti condivisi (schede, piani, verbali), e il grado di riconoscimento reciproco tra figure professionali diverse. L’obiettivo è comprendere se e come si costruiscano oggi percorsi integrati tra Caritas e Servizi Sociali, e in quale misura la logica della multidimensionalità sia effettivamente praticata.

La quarta sezione è dedicata in modo specifico allo scambio informativo e agli strumenti digitali. In particolare, si approfondisce l’utilizzo di MIROD, le modalità di accesso e condivisione dei dati, l’eventuale integrazione con altri software pubblici (come SEUS o piattaforme comunali), la presenza o meno di accordi formali sul trattamento dei dati, le difficoltà riscontrate e le esigenze non ancora soddisfatte. L’attenzione si concentra sulla possibilità di costruire un ecosistema informativo aperto, rispettoso della normativa in materia di privacy, ma anche capace di rispondere in modo efficace alla crescente domanda di coordinamento.

La quinta e ultima sezione raccoglie valutazioni e proposte. Si chiede ai Centri di esprimere una valutazione qualitativa sul riconoscimento istituzionale del loro ruolo, di indicare le competenze che ritengono necessarie per rafforzare la collaborazione con il pubblico, e di suggerire temi e territori da valorizzare nei prossimi appuntamenti regionali. In questo modo, il questionario assume anche una funzione partecipativa e generativa, in grado di orientare le future politiche di integrazione.

L’analisi dei dati raccolti sarà curata dall’Osservatorio Povertà e Risorse delle Caritas della Toscana e verrà restituita nei seminari previsti per il mese di ottobre 2025, come parte integrante del percorso di confronto tra Regione Toscana, enti locali e Terzo Settore. I risultati confluiranno inoltre nella Sezione III del Rapporto Povertà 2025, contribuendo in modo fondato alla riflessione sulla presa in carico e sul coordinamento inter istituzionale.

Questa proposta non si limita a produrre informazione, ma intende promuovere un processo trasformativo, basato su ascolto, riconoscimento reciproco e responsabilità condivisa. I dati, se ben raccolti, analizzati e utilizzati, non sono mai neutri: possono aprire strade nuove, costruire fiducia, orientare risorse, legittimare scelte. La Regione Toscana, nel sostenere questa iniziativa, ha l’opportunità di rafforzare la propria capacità di governance e di favorire la transizione verso un welfare territoriale più connesso, più equo, più capace di leggere e accompagnare le fragilità in tempo reale.

la Scheda operativa – Rilevazione qualitativa Centri di Ascolto – Servizi Sociali Territoriali è a cura di Caritas Toscana e dell’Università di Siena, su mandato di Regione Toscana.

Rilevare in modo sistematico e comparabile le modalità di collaborazione tra Centri di Ascolto Caritas e Servizi Sociali pubblici sul territorio toscano, con particolare attenzione allo scambio informativo, all’utilizzo del sistema MIROD e all’accessibilità condivisa dei dati. I risultati verranno pubblicati nella Sezione III del Rapporto Povertà 2025 e guideranno la definizione di modelli di interoperabilità replicabili a livello regionale.

Entro il 30 settembre 2025: Chiusura della compilazione.

Entro il 10 ottobre 2025: Conclusione dell’analisi. Trasmissione dei risultati a Regione Toscana.

Il contributo di ciascuno è fondamentale: non raccoglieremo solamente dati, ma costruiremo insieme una fotografia reale e credibile delle relazioni tra Caritas e Servizi Sociali sul territorio. È un impegno che darà forza al nostro servizio e più efficacia alla risposta che dobbiamo alle persone che si affidano a noi.